Regesto | Carlo Ludovico Ragghianti si scusa con Licisco Magagnato per non essere andato a Vicenza e gli comunica di essere stato a Roma per il congresso nazionale dell'ANPI, che č ormai in mano ai comunisti e difficilmente spoliticizzabile. Parla a lungo della difficile situazione di "Giustizia e Libertā" e ne ripercorre brevemente la storia, con riferimenti a Rosselli, Parri, Bauer, Salvemini e Rossi. Propone che "Giustizia e Libertā" formi una piccola rete, unita ed omogenea e si ponga come terza forza, garante della democrazia contro le iniziative sovversive di destra e di sinistra e contro il pericolo di una guerra civile. Allude poi sia ad un articolo di La Malfa comparso su "La Voce Repubblicana", nel quale viene analizzata la situazione storica e la volontā di tutti i democratici, sia a due articoli dello stesso Ragghianti pubblicati su "Terza Forza", su "Il Mattino del Popolo" di Venezia e su "Italia Socialista" di Garosci. Rimane in attesa delle bozze del saggio di Toni (non meglio specificato) e della traduzione in attesa di mandarle a Mino Maccari per i disegni.
Nella lettera vi sono riferimenti a Martino (?), Marazza, alle cittā di Cuneo, Bari, Messina, Sondrio, al Piemonte, all'azione comunista in Francia, al Partito d'Azione, al P.R.I., al P.S.L.I., all'importanza di "Giustizia e Libertā" nell'impostazione della resistenza fin dal convegno del settembre 1943 a Firenze. |
---|